Archivio | febbraio, 2012

Martini: shaken, not stirred

26 Feb

Ieri sera mentre guardavo Agente 007 – la morte può attendere,  ho pensato di proporvi il caso di una delle aziende che deve gran parte del suo successo al product placement: Martini.

Gerardo Corvi (2004) lo definisce ‘’un caso unico nella storia del product placement alcolico’’, il cui successo è legato soprattutto al fatto che è il più famoso marchio ad avere un cocktail che porta il suo stesso nome. Questo infatti ha permesso a Martini non solo di sfruttare i classici posizionamenti sui portaceneri , sui cartelloni (Fuga in Francia del 1948 e La mano dello straniero del 1953 entrambi  di Mario Soldati) e sulle bottiglie (I vitelloni di Federico Fellini, 1953), ma anche di essere uno dei cocktail bevuti dai protagonisti dei più famosi film americani. Corvi ci fa una lista dei film in cui si chiede, si prepara e si beve Martini: Tu partirai con me (Don Hartman, 1949), Il padre della sposa (Vincente Minelli, 1950), Harvey (Henry Koster, 1950), Eva contro Eva (Joseph l.Mankiewicz, 1950), Il delitto perfetto (Alfred Hitchcock, 1954), Quando la moglie va in vacanza (Billy Wilder, 1960). Ma è stato anche il cocktail preferito di importanti protagonisti del Novecento: nel ’43 Roosvelt lo offrì a Stalin, poi fu il turno di Nikita, che nel ’61 lo offrì  a Kennedy (definendolo l’arma più potente degli Stati Uniti). Adorato da personaggi leggendari come Cary Grant, Winston Churcill, Truman Capote e Francis Scott Fitzgerald. Non c’è niente d’aggiungere, la classe di questo drink ha segnato un’epoca.

Diventa ben presto simbolo della Grande Mela soprattutto grazie a lui, James Bond, che inizia a bersi Martini, rigorosamente “agitato, non mescolato”, in Licenza di uccidere (Terence Young, 1963), rendendo il cocktail una vera e propria icona di stile.

Purtroppo ne La morte può attendere questo pezzo di storia viene sostituito da un più sguaiato mojito (chissà quanto ha sborsato Bacardi per prendere il posto del concorrente!)… Non sarà un caso che secondo una ricerca londinese è il cocktail cubano ora a detenere il primo posto nella classifica dei cocktail più venduti.

A presto,

Eleonora.

Sanremo: tra location e product placement

22 Feb

Ci siamo lasciati parlando del location placement e oggi vorrei portarvi come esempio proprio il Festival della canzone italiana, terminato pochi giorni fa.

Il Festival oltre a costituire una fonte di guadagni importante (durante il Festival Sanremo viene letteralmente invasa da giornalisti, operatori, cantanti e turisti), è sempre stato una vetrina importante per il Comune. Se ci fate caso le immagini di questa cittadina vengono spesso mostrate nel bel mezzo della trasmissione o tra uno spot pubblicitario, più volte viene ringraziato il sindaco del Comune ospitante la kermesse canora e vengono di continuo lodati i ‘’bellissimi fiori di Sanremo’’ con i quali vengono omaggiati gli ospiti delle serate (oddio se si pensa ai fiori che Morandi ha consegnato alla Pellegrini tutto si può dire tranne che erano belli!)..insomma il binomio ‘’Sanremo-bellissimo’’ compare molte volte durante ogni serata e tutto sembra essere costruito proprio per far apparire la cittadina una meta turistica appetibile!

Quest’anno il Festival è stato al centro di molte polemiche, dagli attacchi di Celentano a Famiglia Cristiana e all’Avvenire, alle parolacce sul palco sino al vestito indossato da una delle vallette. Vorrei proprio parlare di quest’ultimo (senza giudicare la scelta della showgirl ovviamente, cosa che esula dallo scopo del mio blog).

Su alcuni giornali è comparsa infatti la notizia che gli slip indossati dalla Rodriguez fossero gli  ‘strapless panty’, prodotti da una ditta Californiana (notizia smentita poi dallo stilista e dalla stessa modella argentina). Comunque sia pare che le vendite di questi slip invisibili siano addirittura moltiplicate nei giorni seguenti il Festival!

Alla Shibue Couture di Huntington Beach guardano compiaciuti l’effetto Belen sulle vendite dello “strapless panty”. “Non sapevo che i miei slip sarebbero stati usati e non conosco personalmente Belen, ma ero certa che qualcosa fosse successo: tra giovedì e venerdì gli ordini dall’Italia si sono moltiplicati e mi hanno contattata persone interessate a distribuire i miei prodotti”, ha dichiarato a Radiocor Jenny Buettner, amministratore delegato di Shibue Couture.

Buettner è la persona che ha inventato gli “strapless panty”: si tratta di un particolare nude-slip, brevettato dalla società californiana e venduto online sul sito del gruppo e in alcune boutique negli Stati Uniti e all’estero (in Italia ce ne sono solo due a Venezia). “Sono stupefatta e sbalordita, negli Stati Uniti abbiamo molto successo, spero che ora questo aiuti anche il mercato italiano”, ha aggiunto Buettner.

 

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