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Festival di Cannes: un supermercato di immagini

18 Mag

Se credete che Cannes sia una kermesse dedicata ai film, vi sbagliate di grosso: Cannes è un colossale supermercato di immagine, con tutto quel che ne consegue, o per meglio dire che lo precede e su cui si focalizza l’attenzione di tutti: lo stile degli attori, dall’abito al gioiello alla petttinatura. Fate due conti, ma ogni star ha almeno 10 occasioni per apparire (cene di gala e di beneficenza, presentazioni di film, spiaggia, shopping, barca…), e altrettante ne hanno gli sponsor: per tutti, un’ineguagliabile opportunità di mettersi in mostra.

Rispetto alla selezione dei film in concorso, la sfida fra maison di moda, gioielli e accessori è a tutti gli effetti la seconda kermesse, e non la meno importante, come si può dedurre anche dall’elenco degli sponsor di questa edizione del festival: Chopard e L’Oréal, oltre a Swarovski, che per i partecipanti alla rassegna ha disegnato 1800 gioielli, e Gucci, che presenterà la versione restaurata di C’era una volta in America di Sergio Leone con la Martin Scorsese’s Film Foundation, seguita da una cena all’hotel du Cap. L’aspetto più nuovo del Festival di Cannes di quest’anno, che è purtroppo quello più drammatico per la moda italiana, è che le attrici in gara, in giuria o previste fra le ospiti sono già tutte griffate da case di moda francesi: Kristen Stewart, inteprete femminile della nuova versione cinematografica di On the road di Jack Kerouac, diretta da Walter Salles, è la testimonial del nuovo profumo di Balenciaga, mentre Tilda Swinton, che un paio di anni fa percorse il tappeto rosso della Mostra del Cinema di Venezia in Alberta Ferretti e che a Cannes aprirà il festival come protagonista della nuova pellicola di Wes Anderson (regista prediletto dalla moda, peraltro) è diventata la musa di Haider Ackermann.
Nutritissima appare anche la falange delle adepte al verbo di Chanel, da Nicole Kidman (due film in gara) a Kirsten Dunst, tutte a vario titolo testimonial di prodotti o linee griffate dalla doppia C, a dimostrazione che investire sulla star “giusta”, che non vuol dire l’attricetta del momento, ma quella interessante e brava sul serio, è importante non solo per un produttore cinematografico, ma anche per le aziende della moda.

Se case di moda italiane come Ferragamo per gli accessori o Armani per gli smoking vengono ancora indossate dalle star, per molti altri, soprattutto quei molti non particolarmente versati nella creazione di abiti da sera ma consci delle delle opportunità di ritorno mediatico che offre , l’opportunità di Cannes, o di qualsiasi altro Festival, rischia di trasformarsi in un’opportunità mancata.  Nessuno forse l’ha mai calcolato ma le migliaia di pagine stampa e web che l’abito azzeccato può generare sono probabilmente superiori, in termini di impatto e di ritorno di immagine a quelli di una campagna pubblicitaria su scala mondiale. Certamente superiori al product placement spesso rozzo e mal integrato presente in molti film.